Lavoro, le 7 professioni più dannose per la salute mentale

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Scegliere un lavoro non sempre è un’impresa semplice. Vi siete mai chiesti quali sono le 7 professioni più dannose per la salute mentale? In generale, i lavori dannosi per la salute comportano una costante esposizione a situazioni di stress intenso e una regolare perdita di sonno. Andiamo a scoprire quali sono i lavori più “a rischio”.

Lavoro,  quali sono le 7 professioni più dannose per la salute mentale?

Le prime professioni che riuniscono questi due elementi sono i vigili del fuoco e le forze dell’ordine. Seguono le professioni in campo medico, come i medici di emergenza (medici di primo soccorso) e gli infermieri, che svolgono le loro mansioni in situazioni di urgenza e necessità.  Al terzo posto troviamo il personale di cabina, che garantisce la sicurezza dei passeggeri a bordo degli aerei e deve costantemente percorrere lunghe distanze.

Più in basso, al quarto posto, ci sono i lavoratori delle piattaforme petrolifere e i manovali (lavoratori dei cantieri e minatori) che svolgono le loro mansioni sotto stress, sempre in pericolo. Queste professioni richiedono un alto livello di concentrazione, che a lungo andare può essere molto dannoso. Al quinto posto troviamo i settori del diritto, della finanza e della pubblicità.

Qui il livello di competizione è molto alto e la costante richiesta di risultati concreti può portare a disturbi dell’umore e stress cronico. Al sesto posto ci sono i lavori in cui si lavora a turni anche di notte. L’insonnia è una causa importante di disturbi legati all’occupazione e può portare a problemi psicologici a lungo termine. Infine, ci sono le professioni che richiedono un coinvolgimento emotivo. Ne sono un esempio gli assistenti sociali, il personale delle case di cura e gli insegnanti di sostegno.

Perché dormire è importante


 

 


L’importanza del riposo notturno e le problematiche che possono minare la qualità del sonno e, di conseguenza, della vita, sono un tema fondamentale. I disturbi del sonno, infatti, possono avere un forte impatto sulla quotidianità di che ne soffre, andando a provocare stanchezza cronica, cali dell’attenzione e un aumento dell’irritabilità e degli stati emotivi depressivi, comportando, a lungo andare, problematiche di salute più severe. Nel nostro Paese circa 1 adulto su 4 soffre di insonnia cronica o transitoria. Sono soprattutto le donne ad essere maggiormente interessate, circa il 60% rispetto al totale. Cifre che sono molto aumentate in questi anni di pandemia da COVID-19.

Indicativamente un individuo adulto deve dormire tra le 7 e le 8 ore, anche se per alcune persone sono necessarie 910 ore piene di sonno e ad altre ne bastano 5-6. In ogni caso, la quantità di sonno adeguata per ciascuno è quella che consente di svegliarsi riposati e attivi, con un buon tono umore, pronti per affrontare in modo produttivo la giornata che si ha davanti.

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